lunedì 4 luglio 2011

UNA IMPRONTA CI SALVERA'

“E’ ora di contarsi e cominciare a camminare”: queste parole sono di un sindaco di un piccolo comune lombardo, Domenico Finiguerra, che ha avuto però una sua notorietà nei media (la trasmissione Report, ad esempio) per la realizzazione di buone prassi di gestione del territorio. Ma le stesse parole sono prese in prestito e auspicio in un breve scritto di Giuliana, giovane studentessa locale, appassionata di temi e di ambiente, utilizzato peraltro proprio in un incontro-confronto aperto ai cittadini qui a Porto Sant’Elpidio con lo stesso Finiguerra, qualche settimana addietro.
Ne riprendiamo volentieri alcuni stralci e input perché - chi può negarlo? – “ambiente” è ormai una parola passe-partout, incessantemente attuale, per capire cosa ci sta accadendo e mantiene comunque desta una sensazione semplice e leggera, pienamente infantile ma insostituibile: la filiazione alla Terra.Sensazione che forse è anche una intima necessità. Dunque, ricorda, Giuliana, “abbiamo scelto come simbolo della nostra iniziativa un'impronta, che richiama l'impronta ecologica, un metodo di misurazione adottato dal WWF che indica quanto territorio biologicamente produttivo viene utilizzato da un individuo, una famiglia, una città, una regione, un paese o dall'intera umanità per produrre le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti che genera. Se tutti gli esseri umani avessero un'impronta ecologica pari a quella degli abitanti dei paesi "sviluppati" non basterebbe l'attuale pianeta per sostenerla: nel 2050 ce ne vorrebbero due di pianeti, se continuerà l’attuale ritmo di consumo di acqua, suolo fertile, risorse forestali, specie animali.” Dunque una lieve impronta indica un livello di guardia: citando Finiguerra “è già alle spalle il primo ‘giorno del sorpasso’ (31 dicembre 1986), momento, cioè, in cui le risorse annuali prodotte dal pianeta non sono più sufficienti a coprire il fabbisogno ordinario dei propri dimoranti e quindi si comincia ad intaccare il capitale accumulato; nel 2008 ciò è avvenuto il 23 settembre… forse è il caso di rallentare.”
“Ecco perché - prosegue Giuliana – esperienze come quelle di Domenico Finiguerra a Cassinetta di Lugagnano sono indispensabili e da conoscere. Non tanto o non solo per la cosa in sé ma per il suo valore di guida e indirizzo. La campagna “Stop al Consumo di Territorio” ha sancito una scelta netta ma niente affatto scontata: l’approvazione di un Piano di governo del territorio a crescita zero, un piano, cioè, senza previsioni di crescita dell’insediamento, che quindi punta a mantenere intatto il proprio territorio agricolo ed elimina cessioni per fare agevolmente cassa; in tempi di vacche magre non è scelta facile e nemmeno diffusa.” E ci intriga anche il richiamo al metodo, che sembra risultare il vero elemento di differenza; un metodo, come va di moda dire, ‘partecipativo’, ma non solo; spiega Giuliana che ”accanto alle assemblee pubbliche e al confronto aperto, strumenti indispensabili, si sono innescate e agganciate ricerche e analisi e strategie differenziate e concrete di risposta al bisogno abitativo attraverso: recupero di edifici; riconversione di aree produttive incompatibili; quote di edilizia sia convenzionata sia a canone sociale; completamento di previsioni vigenti; saturazione delle aree già edificate. Di fatto si è agito e inciso per un obiettivo di bene comune: non consumare altro suolo.”
Accogliamo dunque con interesse queste informazioni e riflessioni, soprattutto osservando la quantità di esperienze correnti che si susseguono e che certamente più di una domanda o riflessione ce la pongono. Di fatto ogni giorno l’Ambiente è questione centrale: basti pensare ai referendum, a Napoli e alle sue crisi, alla Val di Susa, e via dicendo. Senza allargarci a discorsi sin troppo complessi, ci fermiamo un po’ ascolto e ringraziamo Giuliana per l’input ad approfondire alcune esperienze fattive, magari con radici comuni ma rami autonomi e diversificati, come appunto quelle dei Comuni Virtuosi (tra cui Cassinetta di Lugagnano), quella delle Città in Transizione e quella dei Borghi FuturiBorghi Futuri; alcune anche esperienze vicine territorialmente e comunque una piccola ma utile cartografia del ‘bene territorio’… E ora possiamo iniziare a camminare!

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